Dialettiamoci passa il testimone ai giovani

La rassegna si conclude con l’appuntamento per le scuole

CALDAROLA La rassegna di teatro dialettale organizzata dalla Compagnia teatrale Valenti di Treia, in collaborazione con i cinque Comuni di Caldarola, Camporotondo, Cessapalombo, Belforte del Chienti e Serrapetrona e l’azienda CONTRAM si è conclusa sabato mattina con un appuntamento che ha coinvolto alcune classi dell’Istituto comprensivo De Magistris di Caldarola e Belforte, dell’IIS Filelfo di Tolentino e del Liceo Leopardi di Macerata. Sul palco “Il dialetto e i suoi parlanti”: docenti, scrittori e attori che hanno passato ai giovani il testimone di un patrimonio culturale unico: il dialetto. Dopo l’accoglienza e i saluti del sindaco di Caldarola, Giuseppe Fabbroni, del vicesindaco di Belforte, Mariella Migliorelli, e della dirigente scolastica del Leopardi di Macerata, Angelo Fiorillo, la parola è passata a un panel d’eccezione che è stato capace di costruire un percorso attraverso la pluralità delle Marche declinata nella lingua, nei dialetti e nelle cadenze. L’introduzione linguistica di Agostino Regnicoli, poi spazio al contributo video del pesarese Carlo Pagnini, classe 1928, che non solo ha recitato agli studenti le sue poesie, ma è stato anche l’esempio di come la cultura e l’amore per l’arte e la bellezza possano essere un antidoto infallibile contro gli anni che passano. Da Castel di Lama (AP) è poi toccato a Gianfranco Fioravanti; Rita Papa da Loreto (AN); Mario Maurizi da Montegiorgio (FM); Gabriele Mancini da Belmonte Piceno (FM); e infine il dialetto maceratese sviscerato con Silvano Fazi di Urbisaglia e Fabio Macedoni di Treia nella doppia veste di attore (nelle letture di Mario Affede) e di presidente della Compagnia teatrale Valenti che organizza la rassegna. «Dal prossimo anno – la sfida lanciata da Macedoni agli studenti – questa mattinata sarà la conclusione di un concorso che vi vedrà protagonisti. Se negli ultimi due anni avete assistito ai parlanti del dialetto che hanno interpretato i loro scritti o quelli degli autori più noti delle Marche, dalla prossima edizione sarete voi a creare i vostri scritti e a leggerli sul palco». La conclusione affidata di nuovo ad Agostino Regnicoli che ha letto alcuni estratti de Lu pringipittu, Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery nella versione maceratese. Gli interventi sono stati inframezzati dall’esibizione di Francesco Tassoni, campione del mondo di organetto. Da ogni lettura e interpretazione è emerso un patrimonio culturale che appartiene a tutti e che racconta la storia, le tradizioni e l’identità delle comunità locali. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di scoprire insieme l’importanza del dialetto, non solo come lingua del passato, ma come strumento vivo che ancora oggi aiuta a esprimere emozioni, a rafforzare il senso di appartenenza e a mantenere un legame con le proprie radici.

In un’epoca in cui la comunicazione viaggia velocemente e tende a uniformarsi, il dialetto rappresenta una ricchezza da preservare, un ponte tra generazioni che permette di conoscere meglio chi eravamo e, di conseguenza, chi siamo oggi.

I testimoni della mattinata per le scuole hanno guidato il pubblico in un viaggio affascinante tra parole, suoni e curiosità legate ai dialetti del territorio in una regione al plurale, dove la pluralità emerge anche nella lingua.